La Street Photography di Patrick Paul


29 Febbraio 2024
di Luca M. Venturi*

Nel quadro delle manifestazioni collaterali all’OTHERMOVIE LUGANO FILM FESTIVAL 2024 (07 – 14 aprile) dal tema I rifugi della mente, allo ART... on paper Bookstore & Gallery in Via Cattori 5a 6900 Lugano-Paradiso si terrà una mostra personale del fotografo Patrick Paul, dal 27 marzo al 6 aprile 2024.

Patrick Paul, 1994, fotografo, vive e lavora  a Londra. La sua disciplina è la Street Photography, la fotografia di strada, interpretata come evoluzione dello Storytelling, la corrente che si prefigge di raccontare una storia attraverso la fotografia. La Street Photography è dunque una forma d'arte all'interno della forma d'arte dello Storytelling, la narrazione di sogni, miti e misteri e altro ancora. 

Nella Storia dell’arte, la Story Art - così si chiamava negli anni 1970, mentre oggi si definisce, chissà per volere di chi, Narrative art - privilegiava l’impiego di fotografie in sequenza (ma non sempre) come evoluzione visuale dell'arida e ideologica arte concettuale. Dapprima, negli anni 1960, si operava con immagini fotografiche su tela emulsionata, al posto di pennello e colori, ad esempio la Mec’art, poi chi produceva fotografie o video sostanzialmente documentaristici delle performance, tra Happening e Body art.

Ma la vera mutazione è attuata nei primi anni 1970 da chi definiamo metteurs en scène, in particolare gli artisti italiani Michele Zaza, Nicola De Maria, Alberto Garutti, Mimmo Paladino, Alessandro Jasci. Ora, queste sperimentazioni fotografiche di artisti poi in gran parte passati alla pittura nella Transavanguardia, si sono evolute e ampliate nella categoria vibrante e open air dei racconti della Street Photography.

Infatti, non è essenziale che la fotografia di strada rappresenti o meno la realtà, ma certamente conferisce figura alla verità del fotografo, può essere realizzata ovunque, mentre la presenza di persone è pleonastica; non vi sono protagonisti, ma solo comprimari, partecipanti e compagni di strada, testimoni inaccessibili di un tempo presente.

La fotografia, fin dalla nascita, si configura come una realtà tanto verosimile da divenire immediatamente un artificio e questa nuova realtà consente al fotografo infinite possibilità di occultamento e disvelamento. Non a caso, nei corsi di criminologia si insegna che la fotografia non è mai oggettiva. L’identità della fotografia può essere il suo contrario.

Il lavoro di Patrick Paul è un approccio fotografico crudo, immagini inaspettate, non posate, incontrate o cercate a Londra o nelle strade di Birmingham, Manchester e Brighton. Un’avventura visiva che si dipana in microsecondi che si espandono senza fine nel tempo e narra una cronaca visiva del suo passaggio, cercando di conquistare gemme nascoste ed espugnare luoghi familiari. Il suo obiettivo Canon è un Baedeker che lo guida nelle avventure dell'anima di ogni città, e delle sue persone con immagini segrete, figure fugaci e sguardi rubati. Ogni fotogramma cattura l’intensità e l’emozione di storie che vale la pena fermare nel tempo e queste ideali cornici, forse, racchiudono un frammento della storia di ciascuno.

La strada è tutti i personaggi che la percorrono, insoliti passanti, flâneur diversi. ma nessuno in particolare, ed è la sensibilità del raconteur d’histoire a fissare umanità, facce e facciate, vetrine e le loro bizzarrie britanniche, in un breve momento di un mondo filtrato dai suoi interessi, emozioni, stimoli, ricordi.

Fotografia che è memoria. E la memoria è il tempo dentro di noi ed è il solo dominio possibile sul tempo stesso.

Assalire il tempo rimane quindi un lodevole, necessario, affascinante esercizio intellettuale caratterizzato da sfrenata fantasia e indomito coraggio.

*CEO Mediaconsult SA Lugano, Società di consulenza in Comunicazione finanziaria, Corporate e Crisis management

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